🕉️IL KALY YUGA È L'ERA DOVE IL MALE SI VESTE DI BENE 🕉️

🕉 La civiltà odierna deve tener conto di questo fattore per proseguire correttamente la sua evoluzione; perché nelle 'vesti del bene' oggi gli asura diventano educatori, politici, ed influencer di vario genere. Pertanto non bisogna credere alle apparenze, né tantomeno alle presunte evidenze.., gli obbiettivi da raggiungere sono le conoscenze. Con queste si sconfigge il male 🕉

Il Mio Grande Amore Parvati ॐ

ॐ Onore a Te, Divina Parvati Dolce Dea dell'Universo Sono in cammino verso di Te Dove sei?.. tra lo spazio temporale Sei n...

07 dicembre, 2013

Shiva e la Coscenza non incarnata

Dal libro "Il Potere del Serpente" di Arthur Avalon:
La Coscenza non incarnata

"...in teologia questa Coscenza Pura è Shiva e la sua Potenza (Shakti)"

La realtà suprema, irriducibile, è Spirito nel senso di Coscenza Pura (Chit, Samvit) da cui procedono, come sua Potenza e da Lei, il Mentale e la Materia. Lo Spirito è uno. Non vi sono nello Spirito né differenze, né gradi. Lo Spirito che è nell'uomo è lo Spirito unico che è in tutte le cose, e che, come oggetto di culto, è il Signore (Ishvara) o Dio.
Il Mentale e la Materia sono multipli, con gradi e qualità multiple. Atma o lo Spirito come tale è il Tutto (Purna) senza separazione (Akhanda). Il Mentale e la Materia sono parte di questo Tutto. Esi sono il non-tutto (Apurna) e sono la separazione (Khanda)
Lo Spirito è infinito (Aparichchinna) e senza forma (Arupa).
Il Mentale e la Materia sono finiti (Parichchinna) e con forma (Rupa).
Atma è immutabile e senza attività. La sua Potenza (Shakti) è attiva e cambia sotto la forma del Mentale e della Materia. La Coscenza Pura è Chit o Samvit. La Materia come tale è incoscente, poichè tutto ciò che non è il Sé coscente, è oggetto incoscente. Ciò non significa che sia incoscente in se stesso ( al contrario tutto è essenzialmente Coscenza) ma è incoscente perchè oggetto del Sé coscente, perchè il Mentale limita la Coscienza per permettere all'uomo di avere un esperienza finita. Non si dà Mentale senza un fondo di Coscenza, benchè la Coscenza Suprema sia senza Mentale (Amanah). Là dove non c'è Mentale non c'è limite. La Coscenza che rimane immutata sotto uno dei suoi aspetti, cambia sotto l'altro suo aspetto di Potenza attiva manifestantesi come Mentale e Corpo. In teologia questa Coscenza Pura è Shiva e la sua Potenza (Shakti), che nella sua realtà informale, fà tutt'uno con Lui. Essa è la grande Devì, la Madre dell'Universo, che , in quanto Forza Vitale, risiede nel Corpo dell'uomo al centro più basso, alla base del midollo, così come Shiva, si realizza nel più alto centro cerebrale, il Sahasràra Padma (o ghiandola Pineale). Il compimento dello yoga è l'unione di Lei e Lui nel Corpo del Sàdhaka. Questa unione è Laya, o dissoluzione, l'inverso di Srishti o involuzione dello Spirito in Mentale e Materia.

Nel Regno Animale la Coscenza diventa più centralizzata e complessa, raggiungendo il suo massimo sviluppo nell'uomo che possiede tutte le funzioni psichiche: la conoscenza, la percezione, il sentimento e la volontà. Ma oltre queste forme particolari e mutevoli di sensazione o conoscenza, vi è l'unico, aformale, immutabile Chit, distinto, nella sua essenza, dalle forme particolari della sua manifestazione. Poichè il Chit, attraverso tutti questi stadi di vita, rimane lo stesso, esso non si sviluppa realmente; l'apparenza di un progresso si deve al fatto che esso è ora più ora, meno velato dal Mentale e dalla Materia.
E' questo velare, attuato dalla Potenza della Coscenza (Shakti) che crea il Mondo. Ma cos'è dunque che vela la Coscenza e produce l'esperienza del Mondo? La risposta è: Shakti quale Màyà. Màyà Shakti è ciò che, in apparenza muta il Tutto (Pùrna) in non-tutto (Apùrna), l'infinito in finito, l'aformale nel formale e così di seguito. E' dunque una potenza che riduce, vela e nega. Nega che cosa? La Coscenza Perfetta, lo Shakti è in fondo uguale o diversa da Shiva o da Chit? E' necessariamente la stessa cosa, altrimenti non potrebbero essere tutti l'unico Brahman..
Pure, almeno in apparenza, vi è qualche differenza. Shakti, che viene dalla radice Shak "avere potere" "essere capace", indica potenza. Poichè è tutt'uno con Shiva in quanto Potenza (Shaktimàn), Ella, in quanto potenza, è la Potenza di Shiva o Coscenza. Non vi è differenza tra Shiva come possessore della potenza, è la potenza stessa. La potenza della Coscenza è la Coscenza stessa nella sua manifestazione attiva. Mentre dunque sia Shiva sia Shakti, sono la Coscenza (Dio) il primo ne costituisce l'aspetto statico ed immutabile, Shakti, quello cinetico attivo..

La potenza particolare per cui il Mondo dualistico è portato in esistenza è Màyà Shakti, cioè una Shakti che ora nasconde (Avarana) ed ora proietta (Vikshepa). La Coscenza si cela a se stessa e dalla sua riserva di esperienze precedenti (Samskàra) proietta la nozione di un Mondo in cui soffre e gode (guarda un pò.. com'è venuto subito fuori il primo dei motivi, lo scopo "fino" della persecuzione che patisco da sempre!!).
L'Universo è dunque l'immaginazione creativa del Supremo Pensatore del Mondo (Ishvara). Màyà è il potere che "misura" le cose, ne stabilisce cioè la forma e le rende riconoscibili. E' quel senso di differenziazioni (Bhedabuddhi) per cui l'uomo vede il Mondo, e tutte le cose e le persone che sono in esso, distinte dalla sua persona, mentre in realtà Egli è tutt'uno con esse e con il Mondo. E' ciò che stabilisce una dicotomia in quel che sarebbe altrimenti una esperienza uniraia ed è la causa del dualismo inerente a tutta l'esperienza fenomenica..
La Shakti, in quanto azione, vede la Coscenza negando, in vario grado, Se stessa come Coscenza.

Prima della manifestazione dell'Universo, vi era soltanto l'Essere-Coscenza-Beatitudine, cioè Shiva-Shakti, rispettivamente come Chit e Chidrùpini. Questa è l'esperienza totale (Pùrna) nella quale dice l'Upanishad, il Sé conosce il Sé e lo ama. E' quell'Amore che è beatitudine o "Riposo del Sé", poichè come è detto altrove, "l'Amore Supremo è Beatitudine".
Questo è Parashiva, che nello schema dei 36 Tattva è conosciuto come Paràsamvit. Tale monismo presuppone un duplice aspetto dell'unica Coscenza: l'aspetto trascendente, immutabile (Paràsamvit) e l'aspetto creatore e mutevole che è detto Shiva-Shakti Tattva. Nel Paràsamvit, l'Io (Aham) e il "Ciò" (Idam) o mondo degli oggetti, sono indissolubilmente fusi nell'esperienza suprema dell'unità.

Reference: book

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"L'idea della divinità, è l'idea di tutte le idee" - F. Schlegel

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