ॐ
Da Upaniṣad: [Le Upaniṣad costituiscono la parte finale dei Veda (Conoscenza o Scienza Sacra), da ciò anche il nome Vedanta, cioé fine (anta nel senso di conclusione, compimento e scopo) dei Veda. I Vedanta sono ciò che Gesù -l'essenza di Brahma- studiava durante il periodo trascorso in India.]
Il Karma [...] Il karma può essere considerato sotto una duplice possibilità, come atto rituale e come semplice causa-effetto; nel primo caso si ha ugualmente la promozione di una causa, riferita però a una funzione rituale, sacrificale con un procedimento complesso e complicato; nel secondo caso il termine è rapportato ad una qualunque azione. Sul piano fisico quando si promuove una causa, conforme o non conforme alle leggi umane, fisiche o universali, si ottengono effetti, o risultati, adeguati a quella causa promossa. Se si mette un dito della mano nel fuoco (causa), si ottiene una bruciatura (effetto), nessun Dio ci ha punito per questo errore ci si punisce da se stessi per opera dell'ignoranza; se si disconoscono le leggi generali ambientali si possono produrre cause che purtroppo danno effetti disastrosi, capita spesso che l'effetto è sproporzionato alla causa.
Ora, l'essere umano non solo non deve rispondere verso le leggi dell'attuale stato oggettivo fisico perché anch'esso è un piano esistenziale, come gli altri stati visibili o invisibili all'occhio sensoriale (Māṇdukya Upaniṣad), non solo deve rispondere verso il proprio simile, e ad altri regni di natura contigui all'uomo, ma deve ancora rispondere verso il rta, l'Ordine universale, mancando il quale il cosmo non sarebbe tale ma un caos privo di direzione, ordinamento e unità. Precedentemente si è parlato di libero arbitrio e si è detto che tocca all'individuo la responsabilità delle sue azioni (causa); e, qualora dovesse infrangere le leggi di ordine umano, o anche quelle di ordine universale, l'effetto ricadrebbe sull'individuo. Ecco il karma e, di conseguenza il dharma dell'ente umano che deve perseguire per essere in armonia con la totalità della vita. Dharma è un modo di essere, è la natura di un ente conforme al dharma universale, da cui esso dipende.
Così, il karma non conforme alla Norma intelligibile rappresenta una rottura di equilibrio, una violazione dell'Armonia cosmica (rta) a cui bisogna rispondere; allo stesso modo, disconoscere le leggi ambientali del pianeta, come si è già accennato, significa infrangere quelle leggi, e la rottura di tale equilibrio porta senz'altro a delle conseguenze (karma), sia per lo stesso pianeta sia per il genere umano che lo abita, e non solo. E' la nemesi dell'antica Grecia. Comunque, il karma non è assoluto perché l'ente coinvolto, o l'umanità coinvolta, può, mediante le stesse leggi, risolverlo contrapponendo un agire conforme al rta. Come si può notare, tutto questo non risponde a una questione di morale egoica, religiosa o sentimentale, ma è qualcosa di un ordine superiore perché l'universo, in qualunque dimensione si esprime, quindi anche in quella dei rapporti umani, è governato da leggi e quando vengono infrante, o violate, si hanno delle conseguenze inevitabili. La responsabilità degli atti di un bambino la si può demandare al padre e alla madre; ma per un adulto, demandare la responsabilità del suo agire ad altri, pur anche ad una Divinità, significa non farlo crescere; anzi può ribellarsi adducendo alla Divinità il pretesto di averlo messo in quelle condizioni di irresponsabilità, di errore, ecc.
Il Karma [...] Il karma può essere considerato sotto una duplice possibilità, come atto rituale e come semplice causa-effetto; nel primo caso si ha ugualmente la promozione di una causa, riferita però a una funzione rituale, sacrificale con un procedimento complesso e complicato; nel secondo caso il termine è rapportato ad una qualunque azione. Sul piano fisico quando si promuove una causa, conforme o non conforme alle leggi umane, fisiche o universali, si ottengono effetti, o risultati, adeguati a quella causa promossa. Se si mette un dito della mano nel fuoco (causa), si ottiene una bruciatura (effetto), nessun Dio ci ha punito per questo errore ci si punisce da se stessi per opera dell'ignoranza; se si disconoscono le leggi generali ambientali si possono produrre cause che purtroppo danno effetti disastrosi, capita spesso che l'effetto è sproporzionato alla causa.
Ora, l'essere umano non solo non deve rispondere verso le leggi dell'attuale stato oggettivo fisico perché anch'esso è un piano esistenziale, come gli altri stati visibili o invisibili all'occhio sensoriale (Māṇdukya Upaniṣad), non solo deve rispondere verso il proprio simile, e ad altri regni di natura contigui all'uomo, ma deve ancora rispondere verso il rta, l'Ordine universale, mancando il quale il cosmo non sarebbe tale ma un caos privo di direzione, ordinamento e unità. Precedentemente si è parlato di libero arbitrio e si è detto che tocca all'individuo la responsabilità delle sue azioni (causa); e, qualora dovesse infrangere le leggi di ordine umano, o anche quelle di ordine universale, l'effetto ricadrebbe sull'individuo. Ecco il karma e, di conseguenza il dharma dell'ente umano che deve perseguire per essere in armonia con la totalità della vita. Dharma è un modo di essere, è la natura di un ente conforme al dharma universale, da cui esso dipende.
Così, il karma non conforme alla Norma intelligibile rappresenta una rottura di equilibrio, una violazione dell'Armonia cosmica (rta) a cui bisogna rispondere; allo stesso modo, disconoscere le leggi ambientali del pianeta, come si è già accennato, significa infrangere quelle leggi, e la rottura di tale equilibrio porta senz'altro a delle conseguenze (karma), sia per lo stesso pianeta sia per il genere umano che lo abita, e non solo. E' la nemesi dell'antica Grecia. Comunque, il karma non è assoluto perché l'ente coinvolto, o l'umanità coinvolta, può, mediante le stesse leggi, risolverlo contrapponendo un agire conforme al rta. Come si può notare, tutto questo non risponde a una questione di morale egoica, religiosa o sentimentale, ma è qualcosa di un ordine superiore perché l'universo, in qualunque dimensione si esprime, quindi anche in quella dei rapporti umani, è governato da leggi e quando vengono infrante, o violate, si hanno delle conseguenze inevitabili. La responsabilità degli atti di un bambino la si può demandare al padre e alla madre; ma per un adulto, demandare la responsabilità del suo agire ad altri, pur anche ad una Divinità, significa non farlo crescere; anzi può ribellarsi adducendo alla Divinità il pretesto di averlo messo in quelle condizioni di irresponsabilità, di errore, ecc.
Fonte: Note Conclusive di —Upaniṣad, Testo Sanscrito a Fronte a cura di Raphael
Bompianti Testi a Fronte, pag.1231/2.
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"L'idea della divinità, è l'idea di tutte le idee" - F. Schlegel