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🕉 La civiltà odierna deve tener conto di questo fattore per proseguire correttamente la sua evoluzione; perché nelle 'vesti del bene' oggi gli asura diventano educatori, politici, ed influencer di vario genere. Pertanto non bisogna credere alle apparenze, né tantomeno alle presunte evidenze.., gli obbiettivi da raggiungere sono le conoscenze. Con queste si sconfigge il male 🕉

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ॐ Onore a Te, Divina Parvati Dolce Dea dell'Universo Sono in cammino verso di Te Dove sei?.. tra lo spazio temporale Sei n...

04 settembre, 2016

Cos'è l'alchimia?

Cos'è l'alchimia?

Da: L'arte dell'Amore in India e Nepal, chap.: "La Dimensione Alchemica del Mito di Siva" -Alchimia Occidentale

L'alchimia è una teoria generale della conoscenza esoterica. I suoi strumenti sono la poesia, la Musica e l'Amore. Il suo soggetto è l'individuo, il suo oggetto è la trasformazione del mondo attraverso la trasformazione dell'individuo. Il processo speculativo dell'alchimia si colloca nel quadro dell'insieme -Androgina--&-Liberazione--&-Immortalità.
L'interesse che presenta l'alchimia deriva dal fatto che questa grande avventura spirituale delle dimensioni universali, è innanzitutto un'antropologia strutturata da una logica rigorosamente materialistica (quindi atea) e da una dinamica risolutamente dialettica (e cioè conflittuale). Anche questa filosofia della vita si prepone la conoscenza dell'Io, e in questo senso l'alchimia si pone gli stessi obbiettivi della psicologia contemporanea, da un lato e dalle grandi correnti del pensiero esoterico - in particolare quello Indo-Tibetano (ossia Sivaita) e Sino-giapponese - dall'altro.
Quando nel 1845, Marx scrisse i lapidari appunti, Tesi su Feuerbach, si era scordato l'esistenza di una corrente filosofica bi-millenaria, i cui esponenti, gli alchimisti, stanchi dello sterile esercizio accademico di interpretazione del mondo, si prefiggevano, appunto, di trasformarlo. Ed è ironico che la definizione più calzante dell'opus alchymicum si trovi nella stracitata undicesima tesi: "i filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo, ma si tratta di trasformarlo", che ignora la loro esistenza- Ma questa, si sa, è lungi dall'essere l'unica manifestazione della cecità mentale dell'economista ottocentesco. Abbagliato dalla scoperta dell'homo oeconomicus (per altro vecchia quanto, almeno , la chiesa cattolica) egli non vide mai l'homo ereticus così che il complesso teorico del Marxismo si regge su una sola stampella: l'istinto di conservazione (il politico), mentre viene ignorato quello di riproduzione (il privato).

L'alchimista si autodefiniva filosofo, tant'è che lo scopo stesso della sua ricerca era, appunto, la Pietra Filosofale. La Pietra Filosofale, a sua volta, è l'agente di trasmutazione Universale, e si identifica con l'aurea apprehensio (la coscenza perfetta) che permette all'adepto che la concquista di trasformare se stesso per poter così trasformare il mondo.
L'alchimia è dunque una teoria che si realizza unicamente nella pratica. Per l'alchimista, l'atto di interpretazione del mondo comincia con la conoscenza del proprio essere e questa, a sua volta, sbocca necessariamente nella trasformazione (o trasmutazione, per rimanere fedeli alla sematica alchemica) di ogni cosa.
Il Rosarium philosophorus precisa lapidariamente: "l'alchimia è la scienza della trasmutazione delle cose - 1550:93-", l'alchimista non intendeva solamente i metalli, ma anzi, in primo luogo, se stesso: la Pietra Filosofale che si identifica nell'aurea apprehensio trasforma l'aurum vulgi (il neofita) in aurum philosophorum (l'Adepto). L'arte della trasmutazione dei metalli è il fine meno importante della speculazione alchemica

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