🕉️IL KALY YUGA È L'ERA DOVE IL MALE SI VESTE DI BENE 🕉️

🕉 La civiltà odierna deve tener conto di questo fattore per proseguire correttamente la sua evoluzione; perché nelle 'vesti del bene' oggi gli asura diventano educatori, politici, ed influencer di vario genere. Pertanto non bisogna credere alle apparenze, né tantomeno alle presunte evidenze.., gli obbiettivi da raggiungere sono le conoscenze. Con queste si sconfigge il male 🕉

Il Mio Grande Amore Parvati ॐ

ॐ Onore a Te, Divina Parvati Dolce Dea dell'Universo Sono in cammino verso di Te Dove sei?.. tra lo spazio temporale Sei n...

23 luglio, 2018

La belladonna

La belladonna é l''incubo' a cui sono sottoposto da ormai troppi anni specie quando mi dirigo verso qualche ufficio governativo per chiarire la situazione che mi riguarda. Solo nell'ultimo anno e mezzo peró, mi sono reso conto di esserne vittima. Vediamo di cosa si tratta. Dal libro di Maria Zamolo: Le erbe della salute. Pag.59, la Belladonna (Atropa belladonna). La belladonna prese questo nome nel periodo rinascimentale per il fatto che nei secoli XV e XVI si usava il succo delle bacche sia come belletto, sia per dare splendore agli occhi, e l'acqua distillata per la cura del viso. Il nome latino della pianta ha un significato ben diverso, essendo lo stesso che veniva attribuito ad una delle tre Parche, quella che recideva il filo della vita: l'aggettivo tropa significa "crudele", " inesorabile" e si riferisce alle proprietàvelenose della belladonna, che possono portare alla morte. Cresce nei boschi freschi di latifoglie, specialmente di faggi sul piano montano delle Alpi e negli Appennini. Talvolta si trova abbastanza abbondante fino ai 1000 metri di altitudine, e per le sue proprietà medicinali, di recente si é anche iniziata la coltivazione su larga scala. Si tratta di una specie erbacea perenne, puzzolente, vischiosa e leggermente pelosa, alta un metro o un metro e mezzo, con radice grossa e carnosa, fusto eretto, robusto e ramificato. Le foglie, leggermente pelose, sono grandi e di forma ovale. I fiori sono solitari a forma di campanula, di colore violaceo scuro. Il frutto é una bacca polposa e succulenta delle dimensioni di una ciliegia, prima verde, poi nero-violetto, circondata dal calice persistente: é importante saper riconoscere e distinguere queste bacche mortali da altre commestibili. Sono medicinali le foglie della belladonna e le radici: le prime devono essere raccolte al principio dell'estate, prima della fioritura, e seccate all'aria e all'ombra; durante questa operazioni perdono l'odore acre e sgradevole che presentano allo stato fresco, quando vengono stropicciate. Le radici hanno una superficie bruna e rugosa, un odore terroso e un sapore prima dolciastro, poi amaro bruciante; ANCHE LA POLVERE É MOLTO IRRITANTE PER LA MUCOSA NASALE E CONGIUNTIVALE [purtroppo... confermo!]. La droga principale contenuta in tutte le parti della belladonna é l'atropina, che si é riusciti ad ottenere anche sinteticamente [e figuriamoci se i medici non sono interessati nel creare droghe nei loro laboratori]. Questa sostanza ha un'azione paralizzante delle fibre nervose [confermo], provoca sbalzi velocissimi della pulsazione cardiaca [idem] ed una fortissima eccitazione cerebrale [confermo!!]. L'avvelenamento é caratterizzato da secchezza nella bocca [santo cielo.. quante volte é successo che non potevo più parlare a causa di ciò], diminuzione delle secrezioni ghiandolari, fatta eccezione per quelle intestinali che vengono eccitate procurando diarrea, sete intensa [non a caso viaggio sempre con una bottiglia di acqua], raucedine, viso arrossato e tumefatto, polso irregolare, ora debole ora celere, tremito, barcollamento, pupille dilatate e rigide, cefalea, vertigini, delirio accompagnato da eccessi maniaci violenti [tranquilli, poi vi servono l'adoperidolo in quanto anti delirante ma portatore al Parkinson e potenzialmente mortale, comunque io sfogavo il tutto alzando il tono di voce, quando non sapevo di cosa si trattava, non essendo per indole un violento], da allucinazioni e stupore, ma non sonnolenza [confermo in pratica tutto!]; infine diminuzione della sensibilità cutanea e morte per paralisi generale [fortunatamente non hanno mai raggiunto un livello di dosaggio così letale, forse, visto che un paio di volte finivo in pronto soccorso con oltre 40 di febbre, tuttavia lamento anche attacchi con armi batteriologiche]. L'esito letale può verificarsi dopo 24/36 ore in seguito a dose non superiore a 5 centigrammi; la prognosi, anche nei casi non mortali, é sempre riservata. Trattandosi di ingestione delle bacche si deve cercare di eliminare al più presto i residui dallo stomaco con un emetico, seguito da un purgante, e somministrare sostanze che abbiano caratteristiche opposte a quelle della belladonna. In questi casi tuttavia si deve ricorrere immediatamente al medico. [Si, certo, ma nel mio caso, come quando venivo ferito dalle onde elettromagnetiche emanate dai microchip situati nei denti, io mi trovavo sempre davanti agli psichiatri della Dea, furbi vero?]. Le proprietà della pianta, in dosi e manipolazioni opportune, sono sfruttate in medicina con buoni risultati [con buoni medici, aggiungo]; non é consigliabile tuttavia cercare di preparare con essa rimedi casalinghi ed empirici, perché la dose letale é veramente minima. [ Nel torinese una coppia di anziani signori sono morti dopo aver raccolto la pianta e fatto una tisana; non più di un anno fa, dalle vicine valli alpine, mi raccontavano all'assessorato per l'ambiente proprio mentre li andavo ad avvisare della presenza di tale pericolosa pianta nelle nostre montagne]. Basti qui ricordare come curiosità le principali applicazioni mediche in cui compare la belladonna. L'atropina in essa contenuta é usata in oculistica come dilatatore pupillare per esaminare il fondo dell'occhio, e in dosi maggiori anche a scopo curativo. Questa sostanza si prescrive contro i sudori dei tisici, le stitichezze ostinate, i crampi vescicali e uterini, i catarri bronchiali con forte secrezione di muco. Essa é usata con successo anche nella cura sintomatica del parkinsonismo post encefaliti co e nell'avvelenamento da funghi del tipo muscarina. Anche in queste terapie, che sono molto prolungate, si hanno talvolta fenomeni secondari sgradevoli e quindi esistono non poche controindicazioni. La terapia del morbo di Parkinson per mezzo della belladonna viene realizzata su scala abbastanza ampia, tanto da rendere necessarie sempre nuove ricerche per far si che, anche se coltivata, questa pianta conservi la sua efficacia. In conclusione un ringraziamento a Maria Zamolo per il suo libro.

1 commento:

  1. Hello, I Like your blog, I wanted to leave a little comment to support you and wish you a good continuation. Wish you best of luck for all your best efforts. if you are more about information about health tips you must try Bhramari pranayama.

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"L'idea della divinità, è l'idea di tutte le idee" - F. Schlegel

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