🕉️IL KALY YUGA È L'ERA DOVE IL MALE SI VESTE DI BENE 🕉️

🕉 La civiltà odierna deve tener conto di questo fattore per proseguire correttamente la sua evoluzione; perché nelle 'vesti del bene' oggi gli asura diventano educatori, politici, ed influencer di vario genere. Pertanto non bisogna credere alle apparenze, né tantomeno alle presunte evidenze.., gli obbiettivi da raggiungere sono le conoscenze. Con queste si sconfigge il male 🕉

Il Mio Grande Amore Parvati ॐ

ॐ Onore a Te, Divina Parvati Dolce Dea dell'Universo Sono in cammino verso di Te Dove sei?.. tra lo spazio temporale Sei n...

12 ottobre, 2018

DENUNCIA ALLE AUTORITA’ PER MALTRATTAMENTO PERPETUO

Dal libro: ”Guerra, Vita, Amore” di Giuseppina Montalbano, premio Scrittori Italiani Contemporanei, edizione Lo Faro, Roma; finito di stampare nel mese di Ottobre del 1988, pag.9:
[…Tale padre, tale figlio?...]
  Io ero una ragazza molto giovane, sposai mio marito per amore, i miei cari genitori non volevano perché eravamo molto giovani, amavo mio marito tanto, ma lui mi tradiva con il fango, venne il giorno che rimasi incinta […], ed i miei cari genitori dovevano pensare al nostro mantenimento, mio marito non voleva lavorare, continuava a frequentare strade brutte, quelle da vagabondo, io soffrivo, piangevo […], ma lui se ne fregava, se io gli dicevo che doveva lavorare lui mi picchiava, aveva un buon mestiere, faceva il panettiere ma lui di lavorare non ne voleva sapere, io gli dicevo molte cose belle, sempre con la speranza che lui cambiasse, ma lui continuava quelle strade brutte, io gli dicevo che stava per diventare padre e doveva capire che i miei cari genitori non potevano provvedere sempre per noi. Lui non voleva sentire ragioni, ero incinta di otto mesi e stavo tanto male perché lui mi picchiava. Ho dovuto andare all’ospedale, rischiai di perdere il bambino, il primario fece il verbale e mio marito venne arrestato, io gli volevo molto bene. Quando io uscii dall’ospedale andai dal maresciallo per farlo uscire dalla prigione, ma la legge non volle assolverlo, venne il giorno del processo e fu condannato a tre anni di carcere. Io feci una domanda ed una preghiera alla regina Elena di Savoia che mi concedesse quella grazia […], dato che mio marito era di leva, e la sua classe era sotto le armi, la regina dolce e bella mi fece quella grazia. Fece uscire mio marito dal carcere, il mio e il suo bambino aveva un anno. Mio marito partiva soldato di leva, lo portarono a Vallona in Albania. Venne la guerra, che dolore, che tristezza, io piangevo, piangevo, per mio marito, per il nostro bambino e il mondo intero, io feci una domanda per una licenza, quando lui venne in licenza, io lo portai al Comando di Marina di Marsala, gli feci una domanda di trasferimento in Italia, la domanda venne accettata e fu trasferito a Genova. Mi scrisse una sola lettera e non mi scrisse mai più, io ero molto disperata, piangevo, piangevo, scrivevo, scrivevo, ma lui mai mi rispose. A quel punto costrinsi i miei cari genitori a partire per trasferirsi a Genova, ero disperata; sarei partita col mio bambino anche senza di loro, ma i miei cari genitori molto buoni decisero per amore mio di partire tutti insieme. Tra bombe e cannoni attraversammo lo stretto di Messina, con un motoscafo perché la nave traghetto l’avevano distrutta, attraversammo lo Stretto sotto i bombardamenti con la scorta dei tedeschi che sparavano. Arrivammo al treno molto spaventati, tremanti di paura. E’ stato un vero miracolo essere sopravissuti. Quando arrivammo a Genova ci siamo recati prima al Commissariato [.. poi] al Comando di mio marito per sapere se era vivo, perché non dava più notizie. Il suo comandante mi disse che era vivo, ma che era un gran mascalzone. Il comandante buono lo chiamò davanti a me, gli fece una bella lavata di testa, quando mio marito fu davanti a me mi disse che non mi voleva più, il buon comandante mise le cose apposto, ma lui frequentava sempre le case di tolleranza, ed aveva conosciuto una prostituta tedesca. Conviveva come amante, così mio marito abbandonava me per vivere con quella prostituta tedesca. A volte veniva da me per farsi dare dei permessi per stare con me e nostro figlio; invece andava a passare le giornate di licenza con la sua amante tedesca. Io trovai lavoro all’Ansaldo per il mantenimento. I tedeschi occuparono gli stabilimenti, portarono via donne, uomini e bambini. Io ero costretta ad affrontare quella vita di lavoro, facevo i turni, lavoravo anche di notte fino alle cinque del mattino, quando i tedeschi venivano davanti alla mia macchina di lavoro con i fucili io tremavo, tremavo di paura di fare una brutta fine, come finirono tanti altri, ma il buon Dio mi aiutò. Adesso il racconto, non più parte del romanzo della zia, si rivolge al figlio di questo signore ed alle badanti; mio cugino si occupa di lei a Genova, la dolce zia che ha novantasette anni ma è tenuta legata in casa sotto sedativi, scoprivo un mese fa, mentre solo due anni prima, raccontava storie di lunga data con anche estrema facilità, mostrando tutt’altro che ‘demenzia’, ossia ciò di cui lei è ‘accusata’. Lui dice di pagare 2 mila euro al mese per la badante in casa, tuttavia la zia dovrebbe godere di una pensione, dell’ invalidità, e se secondo loro va tenuta sotto controllo 24 ore su 24, probabilmente anche dell’accompagnamento che esiste poiché previsto dalle leggi italiane; tuttavia è la salute della zia che oggi mi preoccupa, che vive in una casa neanche intestata a lei così come succedeva al nonno, perché mi chiedo, dopo una vita di lavoro e sacrifici?. Circa due anni fa mi trovavo in Marocco e durante la meditazione al tramonto del sole percepivo la voce della dolce zia che mi chiamava. Era andata così, per cui non ci giro intorno, quindi decisi di andare a trovarla. La dolce zia ho motivo di credere sia vittima di controllo mentale ed isolamento sociale da moltissimi anni, isolata anche dai familiari per ragioni spirituali, le stesse per cui la mia linea di sangue veniva scortata in tempo di guerra dai tedeschi, in territorio italiano, mentre attraversavano lo Stretto di Messina, e non certo per ragioni legate alla carne, anche se lei non era e non è risvegliata alla propria essenza ma abbandonata piuttosto ad un destino pre-impostato da importanti organizzazioni religiose che si sono serviti delle mani violente di due mariti, dei figli, ed oggi delle badanti: questo è il mio punto di vista espresso in due righe; in quel periodo la zia stava pregando per incontrarmi, scoprivo appena giunto. Preghiere che avevano raggiunto il destinatario, evidentemente. Tuttavia, se vogliamo, questo può essere solo un dettaglio seppur ci tengo a precisarlo. La trovai a casa con la badante. Non metteva un piede fuori di casa da oltre 4 anni senza il ben che minimo motivo. Le condizioni della sua stanza erano pietose, c’erano due dita di polvere sotto il letto mentre ben differente era la situazione nella stanza della badante. Sporcizia e umidità erano le caratteristiche della camera. Si notava anche della paura nelle parole della zia quando chiedevo del rapporto tra lei e la badante, una polacca testimone di geova molto severa, ed anche manesca, che vive nella sua casa da ormai oltre 7 anni. Notavo che il comportamento della badante era molto sinistro, sospettoso. Era la classica persona che nascondeva qualcosa, temeva sempre qualche ‘racconto di troppo’, questa era la chiara impressione, e nel periodo che mi fermai, circa due settimane, ci furono anche delle discussioni legate alle condizioni di vita della zia ed in merito al trattamento ricevuto. Annoto anche il fatto che la zia interrompeva le comunicazioni, i racconti, se si avvicinava a noi la badante e questo mi fece capire che ne ha timore. Mi lamentai molto del fatto che non le facevano fare neanche una breve passeggiata sotto casa, La zia è una donna forte ma indebolita dallo stile di vita estremamente sedentario, ripeto, senza motivo o patologia che lo imponesse. Lamentavo, ricordo, la sottomissione psicologica che la zia evidenziava senza approfondire negli argomenti per evitare discussioni; lamentavo il lavoro di coercizione psicologica che la badante ed evidentemente anche il figlio, il quale mi dicono che passa una volta a settimana, esercitavano nei suoi confronti portandola a farsi delle errate ideologie, o fissazioni come quella che gli impediva di avere una stufa in camera.. ‘altrimenti si rompe lo specchio’, e lei era così costretta a dormire sotto 7 coperte nel tentativo di sfuggire al freddo e all’umidità. Per contro nella stanza della badante vi era una stufa con la ventilazione idonea proprio per ambienti umidi (in casa non è presente il riscaldamento). Infatti la sua stanza a differenza di quella della zia era asciutta, calda ed asciutta. Avevo trovato la zia comunque in buone condizioni mentali. La zia è anziana ma evidenziava solo gli effetti dell’isolamento sociale prolungato. Lei, il suo genio, è pluridecorata da case editrici ed associazioni culturali che frequentava e dalle quali ha ricevuto vari diplomi di merito (dall’ editore Lo Faro di Roma un Diploma di Merito con Medaglia d’Oro nel 2004, dal centro culturale Angela Daniele di Sampierdarena, Genova, nel 1987 riceveva un Diploma di Merito, premio Valpocevera per la poesia; nel 1986 riceveva un altro Diploma di Merito premio trofeo Angela Daniele sempre per la poesia; nel 1985 riceveva il Diploma d’Onore Premio Internazionale dei Fondatori, Genova Sampierdarena,). La zia era solo una persona non ascoltata per lungo tempo, lunghissimo. Adesso.. se la si vuole per forza di cose ‘fuori di testa’ e ci si mettono le persone che le stanno intorno, isolandola ed ignorando le sue ragioni, allora è un’altra storia. Come molti anziani poco ascoltati, ma in modo particolare nel suo caso poiché vittima da anni di isolamento sociale, ripeto, ha sempre tante cose da raccontare, ed io semplicemente ascoltavo a differenza delle persone che hanno contornato la sua vita; ascoltavo dei racconti che fluivano scorrevoli dalla sua bocca seppur erano storie di 50 o 70 anni fa, questo dice che non si tratta di malattia mentale. Poi gli si seccava la bocca e ti diceva che avrebbe smesso di parlare; aveva delle fissazioni come quella del riscaldamento e quella che le impediva di uscire di casa: ormai l’avevano convinta che lei non poteva più uscire e camminare (in due giorni tuttavia, ero riuscito a portarla fuori e scese le scale da sola, anche agilmente tenendosi al corrimano: nessun problema o impedimento nel camminare, solo un po’ di stanchezza per via del mancato allenamento dopo qualche minuto – erano più di 4 anni che non camminava d'altronde-). Tuttavia, aldilà delle fissazioni, restava pur sempre una persona da poter ascoltare, con cui poter fare un discorso ottenendo delle risposte a tema e chiedere magari di raccontarti qualche cosa che appartiene alla storia della nostra famiglia, per quanto mi riguarda. Sapevo che la zia aveva sofferto già troppo nella sua vita e per questa ragione non andavo a trovarla seppur Genova dista pochi kilometri da Torino: per paura delle conseguenze dei suoi racconti; le sue poesie ed i libri, erano stati sufficientemente utili a capire la storia della mia famiglia, e temendo la cattiveria del nemico in questione, colui che segue il tutto dal punto di vista prima spirituale (lo ripeto, poiché la natura dei problemi è spirituale, quindi non vedo perché doverci girare intorno se questo spiega anche perché i nemici sono talvolta dei parenti biologici), non volevo che lei soffrisse di più di quanto aveva già fatto nella gran parte della sua vita, come descrivono appunto i suoi libri e cantano le sue poesie.. ma purtroppo è successo il contrario. Libri che riprendo in mano per riportare oggi le sue parole, visto che a quanto pare sia stata messa in silenzio una volta per tutte. Infatti solo un mese fa, in occasione del crollo del ponte di Genova, che si vedeva dal balcone di casa della zia, andavo a vedere quel ch’è rimasto del ponte Morandi ed a visitare la sorella di mio padre, la dolce zia. Il fatto è che la trovai legata ad una sedia con il viso storto costretta a sorseggiare una amara medicina, un ematoma nel polso e mi riconobbe a mala pena. La badante non voleva neanche aprire la porta al mio arrivo. Legata con una cinta di cuoio marrone ad una sedia con anche dei lacci, sempre di cuoio, nei braccioli, la zia era sotto sedativo e non mi vengono mostrate le medicine che le fanno assumere, quando le chiedo; sono suo nipote di sangue, non capisco, noto anche l’agitazione che la mia visita a sorpresa ha portato alla badante, che era una sostituta dell’abitudinaria in realtà, e continuava a ripetere che dovevo andare via perché le portavo dei problemi mentre l’altra chiamava al telefono e strillava come una pazza (in lingua polacca), fin tanto che mi fanno uscire e chiudono la porta della sala, ossia la stanza della badante dove c’era la sedia con le cinghie; trasferiti in cucina prima di essere allontanato definitivamente dalla casa con il supporto di un’amica della badante ufficiale giunta in breve, non ottengo una ben che minima risposta sensata a tutte le mie domande: vedo solo agitazione e preoccupazione ma riconosco anche l’effetto di un sedativo sulla zia, di un anti delirante come l’aloperidolo per esempio, che agisce sui muscoli, sui nervi, sul sistema cerebrale, ed è potenzialmente mortale oltre a portare al morbo di Parkinson e ad impastare la bocca impedendoti di parlare. Dio, cos’avrà mai fatto per meritare tanto! La dolce zia mi riconosce ma non ricorda del suo amato fratello, il che è molto strano, non segue i discorsi o meglio, ti ascolta ma risponde con argomento diverso. Si stanca subito di parlare. Due anni fa non era così. Alza la gamba in continuazione come uno zombi, da seduta: questa è una conseguenza al sedativo!! Perché sedare una donna isolata in casa a 98 anni? Perché in quelle due settimane mi aveva fornito di alcuni racconti di famiglia che mi furono utili a comprendere delle cose? La mia visita e le scoperte misero in dubbio la fiducia verso mio cugino che io a priori davo per innocente; si insomma, in gioventù l’ho visto poche volte e credevo fosse una brava persona ma oggi mi chiedo come può un figlio a voler far male ad una madre a questi livelli, specie quando questa offre solo amore e chiede un po’ di compagnia. Oggi mi sono dovuto ricredere su mio cugino e lo denuncio. Lo sono per forza interessanti, i suoi racconti, ma con quello che ho già scoperto tutt’oggi, tuttavia, sono solo dei tasselli in più che portano alla strada che ho già scoperto ed intrapreso. Lascio comunque mio cugino senza litigi seppur lamentai il trattamento pessimo e secondo me, fatto apposta. La trovai veramente in brutte condizioni e lamentai il tutto a lui, il figlio primogenito, che si mostrava poi impegnato a migliorare le cose parlando con la badante, mi disse, ma nei due anni seguenti le toglie il telefono in casa, la fa sedare e legare ad una sedia tutto il giorno, cosa è successo?: il padre la picchia e si prende tre anni di galera, lui la ‘rincoglionisce’ dopo averla ignorata, abbandonata per degli anni, come racconta lei stessa nel seguito del libro e privata anche del suo oro, svelano i racconti di famiglia.. tale padre, tale figlio?. Non visitava la madre ma annualmente frequentava la Germania dove viveva suo padre, appunto. Pag. 62.. […]Mi rimane solo il dolore e la disperazione (va ricordato che lei oltre a vivere da sola pur essendo sposata, prende le botte se vuole andare a far visita a suo padre), i miei figli sposati hanno famiglia, non pensano a me, nemmeno nelle feste natalizie che le passo per le strade e al cimitero davanti alla lapide dei miei genitori (siamo negli anni dal ’73 in poi, tutti lavoravano, tutti stavano bene nell’Italia dopo guerra, non la mia linea di sangue, il nonno, cavaliere d’Italia, pianista, tenore, capo mastro nella costruzione.. morì solo in una casa in affitto. D'altronde, volendo ricordare un racconto della zia di soli due anni fa, a lui veniva ammazzato il maestro che notava il suo talento, e volle istruirlo gratuitamente, mentre a mio cugino viene pagata la scuola da estranei al conservatorio privato ed oggi canta nelle chiese: qual è la differenza?). Gli parlo di tutte le mie pene, con tutto ciò io amo i miei figli perché sono il mio sangue, fanno parte della mia carne (vittima della scuola cattolica?, lo spirito non conta, importa solo la carne ed intanto, mentre il figlio canta nelle chiese, lei prende le botte), per me è solo tutto dolore e disperazione ma io perdono, anche se non ricordano di avere una madre che soffre tanto tanto, sento che il mio cuore cede ogni giorno di più […]penso che nessuno possa più aiutarmi da questa sofferenza, troverò pace solo nella morte. In conclusione: La ragion per cui di questi accadimenti è legata al fatto che sto parlando degli avatar delle divinità incarnate e la denuncia alle Autorità non si riferisce certo a quelle italiane poiché storicamente incaricate di coprire la verità, piuttosto che all’Autorità per eccellenza, quella da cui nessuno, presto o tardi, sfugge.. Un po’ come la storia dei microchip dove la magistratura non accetta le mie denuncie se non accompagnate da documenti medici. In altre parole mi chiedono di andare dai medici italiani a chiedere di autodenunciarsi, un assurdità. Infatti non mi prescrivono neanche una Tac, altro che sostenere le mie affermazioni in un esposto. I medici sono un problema e non solo mio, basti pensare che in America, in esempio, statisticamente parlando, uccidono più delle armi. E fintanto che non ti uccidono usano il tuo corpo come macchina da soldi oltre a proseguire con i programmi di controllo mentale. Sapevate che sono già disponibili delle nanotecnologie con cui possono, una volta inserite nell'uomo, parlare tramite i loro computer con il vostro corpo?. Sapevate che grazie sempre ai microchip impiantati nel capo sono in grado di cancellare un pensiero? Facendo dimenticare clamorosamente qualcosa, per intenderci. Forse no, poiché queste sono informazioni top secret mentre hanno declassificato i documenti che trattano tecnologie, sempre via microchip, in grado di alterare la coscienza, la personalità di un individuo ed in grado di produrre voci all’interno del cranio: il famoso brevetto: Voice to Skull. In un primo momento intendevo, con la presente, mobilitare le forze dell’ordine seppur queste di fatto rispondono ai persecutori, ripeto; ritenevo che fossero stati passati tuttavia dei limiti che la stessa burocrazia non avrebbe potuto ignorare. però, a Genova, io ero sotto l’effetto di sostanze chimiche assunte già nel treno e per questa ragione rientrai a casa per preparare poi una relazione dopo aver liberato la dolce zia dalle cinghie. Una relazione che tardava ad arrivare poiché nelle seguenti settimane ero stato aggredito tramite il microchip ancora presente nel capo a dei livelli molto pericolosi, i quali mi avevano ferito: arrivarono a gonfiarmi il viso. Rimasi scioccato. Per la prima volta mi resi conto del male che possono farmi con tali armi piazzate all’interno del mio capo seppur ormai mi ero liberato dei microchip nell’arcata dentaria (perdendo ben 6 denti). Ho motivo di credere che potrebbero, se solo lo volessero, farmi male al punto da procurare dei danni cerebrali permanenti e forse, anche procurare la morte biologica. Solo che per questo, eventualmente, stanno aspettando un’età più avanzata in modo da poter far apparire una morte naturale. A 46 anni, per contro, ossia l’età che ho oggi, non sarebbe giustificabile. I soldati agiscono consapevoli delle loro armi. Cosa significa? Stando su questo esempio, la relazione venne portata alla caserma dei carabinieri delle Vallette (con una diversa pagina finale in merito alle conclusioni) dove però mi veniva detto di chiamare a Genova. Sorpreso dalle parole del soldato uscivo e sedevo in un parco. Mi procurai il numero di telefono della caserma più vicina alla residenza della zia ma quando telefonai, dopo una breve e veloce presentazione del caso, venivo messo in attesa e dopo qualche minuto il soldato mi disse 2 cose: mi diede un altro numero di telefono chiedendo di telefonare il giorno seguente tra le otto e le otto e trenta del mattino; la seconda fu una domanda: perché non ci ha chiamato subito? Hai capito come sono ben organizzati? Mettono subito le mani avanti dando per scontato cosa? Che io mento? Mettere in dubbio la mia parola è ormai ciò che fanno da tempo, sistematicamente; d'altronde non c’è altra difesa migliore dell’attacco. Deluso tornai alla caserma delle Vallette per ritirare la copia della relazione che avevo loro lasciato comunque e mi preparai all’ennesima notte da incubo. Io lo sapevo. Il soldato dice di telefonare al mattino presto sapendo bene che la notte non avrei chiuso occhio ed infatti così fu. Aumentarono l’emissione di onde elettromagnetiche, aumentò così il sibilo che giunge dal centro del mio capo per calmarsi poi solo verso le prime ore del mattino, facendomi crollare nel sonno. E come farei a telefonare di prima mattina se questi fetenti si divertono in questo modo??. Basta dissi… è giunta l’ora di fare luce su tutta la questione. Sono le prove che vogliono? Nella presente vi sono anche quelle. L’attraversamento dello stretto di Messina scortati dai tedeschi è la prova. Se la mia linea di sangue era ed è una famiglia semplice, povera e comune come tante altre, come si spiega l’accurata protezione dei tedeschi?? La fisica moderna ha compreso e spiegato che questo mondo percepito dai sensi non sarebbe manifestabile se non con la presenza delle divinità incarnate, la famosa Trimurti, o Triniti, che è sempre qui presente per questa ragione e le stesse parole di Gesù: ‘Vengo per questa causa’ dai vangeli gnostici lo confermano. In altre parole, è normale che un motoscafo con a bordo tre divinità incarnate, ossia le tre presenti in quel momento al mondo, debba essere difeso a quei livelli, poiché se una bomba faceva saltare la piccola imbarcazione come succedeva al traghetto di linea, procurando la trasmigrazione delle divinità, si sarebbe verificato quella che chiamate la fine del mondo, in men che non si dica!. Oggi sono di nuovo tre le divinità che sostengono il mondo percettivo: io, la dolce zia di Genova in quanto Vishnu, e la donna che cerco da oltre un anno che fecero sparire dal momento in cui venivo a sapere chi era in quanto essenza, appunto, Parvati, la consorte di Shiva. Io sono quello che libererà queste persone (e di riflesso l'umanità intera), me compreso, per evitare il Naimittika Pralaya. Anche se provai in passato a minacciare la fine anticipata arrivando anche a fornire delle date ben precise, come il 26 Maggio scorso, anche se ‘bleffavo’ nel tentativo di far ragionare il male, ciò non vuol dire che mentivo. Con le dovute tempistiche e maniere, se non emerge la verità, se non si inizia a giocare a carte scoperte così come La Luce desidera a questo punto, il riassorbimento di tutto quel che conoscete alla sua fonte sarà inevitabile; scommettiamo? Questo è uno scempio non più sopportabile dalle divinità. Ecco cosa dice lo Shiva Samhita sull’assorbimento: ‘’La terra diventa sottile e si dissolve nell’acqua; l’acqua si scompone nel fuoco; similmente il fuoco diventa aria; l’aria è assorbita nell’etere, e l’etere si scinde dall’avidya (ignoranza), che è assorbita nel grande Brahma’’… Tutto ciò che esiste è uno. Questa è la frase con cui apre il testo classico indiano, lo Shiva Samhita, vi invito quindi a riflettere con molta serietà prima che sia troppo tardi. L’Universo intero è manifestazione delle interazioni tra Shiva e Parvati. Concludo con una bella storiella tratta dalla mitologia indiana: Shiva e Parvati erano pronti per far sposare i due figli, Ganesh e Kartikeya. Dissero loro: il primo che farà il giro dell’universo sarà il primo a sposarsi. Mentre Kartikeya preparava il suo veicolo, il pavone, Ganesh si vide svantaggiato dal proprio, il topo e dunque iniziò a fare dei giri intorno ai genitori dicendo: fatto!, siete voi l’universo, e vinse cosi’ la gara. Adoro questo racconto, una perla di saggezza ed intelligenza, altro che mitologia, ossia dov’è stato ‘archiviato’.

2 commenti:

  1. L'infestazione chimica del mio organismo é una costante azione che subisco nei mezzi di trasporto. Mi hanno lasciato a piedi, senza risorse né mezzi di trasporto personali e adesso mi avvelenano nel tram piuttosto che nel pullman al fine di influenzare ogni mia singola relazione sociale. Martedi' pomeriggio, prima di andare a Yoga, sono andato in un negozio in centro per ritirare una maglietta che avevo fatto mettere da parte sabato. Nel tram numero 16 però veinivo investito da dell'aria viziata di atropina che ha influenzato la mia breve conversazione in seguito. Breve visto il contesto. Come ho già detto in passato, l'influenza derivante dal microchip é sotto controllo ormai, tuttavia il connubbio armi chimiche e l'azione delle 'tecnologie avanzate' è ancora fastidioso. Il solo fatto che vengo aggredito da armi chimiche conferma la mia affermazione. Oggi hanno bisogno di farmi respirare delle sostanze chimiche per poter influenzare ancora le mie conversazioni. E così è successo anche questa volta. Come si fa ad agire così spudoratamente? E' la seconda volta che mi rendo conto della situazione in tempo reale anche se allontanarsi dopo aver percepito l'infezione limita solo di un po' i danni senza risolvere il problema. Sono sfacciati, mi drogano guardandomi in faccia. Questa volta si son fatti accompagnare da una bella donna che sedeva di fronte a me: nei minuti successivi accadeva il fatto. Questo è ciò che debbo sopportare in questa città ed a nulla servirono le mie segnalazioni in merito eseguite plurime volte negli ultimi due anni presso i vigili urbani (compresa una segnalazione scritta con tanto di prove e / o testimonianza, portata all'attenzione della sindaca), presso i carabinieri, la polizia ed anche la guardia di finanza. Nessuno che può far niente lasciando così campo libero a queste ormai divenute sfacciate azioni nefaste. In seguito andai ad una fontana per lavarmi il viso preparandomi alla lezione di Yoga. Come si fermano queste perosne e le loro azioni 'infestanti'? Che diritto ha uno di avvelenare il prossimo? Perché devo soffrire questa guerra silenziosa la quale evidentemente oggi preclude l'isolamento sociale ed é quest'ultimo forzato con l'uso di droghe -ogni qual volta che mi accingo ad incontrare qualcuno-?. No si sta esagerando un pochino?

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  2. Trema la terra ma nessuno se ne accorge.
    Nascondono e maltrattano l'avatar della Dea dell'Universo, Maltrattano il Signore Vishnu oggi nei panni della dolce anziana zia di Genova, isolano e maltrattano me a dei livelli assurdi, ma così facendo l'Universo diventa sempre più instabile. Ripeto, se anche la Dea é qui, sarà per un motivo importante. Tra le prime rivelazioni di 4 anni fa dagli Dèi, c'era la questione del Naimittika Pralaya; quando, appena saputo dell'essenza di Shiva, mi recavo a Roma nel tentativo di conferire con degli esponenti del vaticano e della chiesa di Gesù (gesuiti). Senza successo con i primi ottenevo una conversazione con un prete discepolo del 'papa nero', comunque poco soddisfacente ma nella via del ritorno successe qualcosa. Un ufficio mi manda in un altra loro sede dove incontro un colto palestinese che parlava proprio di questo: del pericolo della fine anticipata (e spiegava anche che sarebbe stato un processo lungo con l'accensione dei vulcani nel mondo ed altri vari disastri ambientali dovuti dal mal tempo). Tornato a casa la sera, mentre ero immerso nell'acqua calda in bagno, portavo con me questo pensiero fin tanto che percepii la presenza del Brahma. La percepii proprio nel momento in cui stavo rifiutando tale verità. Il Brahma volle invece confermare e chiarì la situazione agendo nel mio cuore. Ricordo che subito dopo percepivo il suo allontanamento e dissi no, resta ancora un pò.. e così fu, per altri indimenticabili pochi secondi. Un esperienza bellissima che rese raggianti le mie successive giornate. Questo è il ricordo che porto dentro di me, il quale mi da fermezza oggi nell'esprimere le parole annuncianti il Naimittika Pralaya, vista la situazione. Ho messo a disposizione nel dettaglio la ricezione dell'informazione, che altro posso fare? a voi la libertà di credermi oppure no. Per quanto mi riguarda, il sentire le energie della percezione della presenza di una divinità al tuo fianco, così forte quasi da vedere anche con i sensi la sua forma, è così stupendo e grandioso allo stesso tempo che non lascia alcun dubbio; é qualcosa di indimenticabile.

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"L'idea della divinità, è l'idea di tutte le idee" - F. Schlegel

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